lunedì 18 luglio 2016

L'oceano in fondo al sentiero

L'oceano in fondo al sentiero
Neil Gaiman
Traduzione di Carlo Prosperi
Mondadori

"Adesso ti dico una cosa importante. Nemmeno gli adulti, dentro, hanno l'aspetto di adulti. Fuori sono grandi e grossi, sventati e fieri di sé. Dentro, invece, hanno l'aspetto di sempre, quello che avevano alla tua età. La verità è che gli adulti non esistono. Non c'è ne nemmeno uno in tutto il mondo. (...) Tranne nonna, ovviamente" 




Non è facile cominciare a raccontar questo libro. 190 pagine da leggere quasi di un fiato. Non riesci a smettere perché rimani sospeso nella storia, prigioniero come il nostro protagonista. Nel prologo si presenta a noi un adulto che torna a casa per un funerale. Ma viene attratto verso la fattoria in fondo alla strada. E mentre sta seduto davanti allo stagno, davanti all'oceano, della fattoria riaffiorano in lui i ricordi da bambino. Di un bambino di 7 anni che ha scoperto il valore della amicizia. Una amicizia che gli ha salvato la vita. Comincia quindi il racconto di questo bambino che ama leggere, ha paura di dormire con la porta chiusa, vive con mamma, papà e una sorella. In casa ci sono problemi economici quindi la sua stanza viene affittata e lui costretto a condividere la camera. 


"Non era venuto nessuno al mio settimo compleanno. (..) Ero triste perché alla mia festa non era venuto nessuno ma felice di avere un pupazzo di Batman. Per non parlare del regalo di compleanno che aspettava di essere divorato, un'edizione in cofanetto delle Cronache di Narnia che portai subito di sopra. Sdraiato sul letto, mi perse nelle storie. Mi piaceva. I libri erano sempre meno pericolosi delle persone."


L'ultimo affittuario è un cercatori di opali che, sommerso dai debiti, decide di suicidarsi proprio nella macchina di famiglia, in fondo al sentiero, vicino alla fattoria dei Hempstock. E' qui, in realtà, che comincia la nostra storia. Il bambino viene accompagnato alla fattoria per non dover vedere il cadavere. La conosce la famiglia Hempstock: nonna, mamma e figlia. E proprio Lettie, la Hempstock più piccola, a diventare sua amica. Tornato a casa cominciano gli incubi. Ma al risveglio ecco Lettie ad aspettarlo. Lettie che sa già che ha avuto un brutto sogno. Da questo momento in poi entriamo in una voragine fatta di creature di altri mondi che cercano di entrare nel nostro per rimanere. Suo malgrado il nostro protagonista diventerà la porta di entrata per uno di loro. E sarà proprio Lettie, insieme a sua madre e a sua nonna ad aiutarlo a tener salva la vita. Le donne Hempstock che non hanno età. 

"I miti mi piacevano. Non erano storie da adulti e non erano storie per bambini. Erano molto meglio. Erano e basta. Le storie da adulti non avevamo mai né capo né coda, e per giunta impiegavano un mucchio di tempo a entrare nel vivo. Mi davano la sensazione che per essere adulti bisognasse conoscere segreti, mitici segrete iniziatici. Perché allora i grandi non leggevano le storie di Narnia, perché non si interessavano a isole segrete e spie e fate minacciose?" 
"L'oceano in fondo al mare" si legge tutto di un fiato. I segreti della famiglia Hempstock, l'essere tra la vita e la morte del nostro protagonista, la lotta contro forze oscure. Insieme a loro ci avventuriamo in un universo fatto da esseri senza tempo e di magie. Sempre in bilico e con il fiato sospeso attraversiamo i ricordi di un quarantenne che ha vissuto un vero incubo che stenta a credere sia reale. 
"La mano di Lettie nella mia mi diede coraggio. Ma Lettie era solo una bambina, anche se una bambina più grande, anche se aveva 11 anni, anche se aveva 11 anni da un sacco di tempo. Ursula Monkton era una adulta. Non importava, in quel momento, che fosse la personificazione di ogni mostro, di ogni strega, di ogni incubo. Era anche un'adulta, e quando gli adulti combattono i bambini, vincono sempre." 
Il libro è edito da Mondadori nella collana "strade blu", non proprio una collana per bambini bensì per adulti. Ma questo libro andrebbe benissimo anche per Young adults. La storia è raccontata dal punto di vista bambino. Anche se il protagonista è un quarantenne, dal momento che inizia a ricordare il narratore diviene, di fatto, un bambino di 7 anni. Un bambino lettore di 7 anni. Con le sue paure e il suo modo di vedere il mondo. Quindi lo consiglierei dai 12 anni in su se hanno già letto altri libri di Gaiman. 
"Si era messa a piangere. Mi sentivo a disagio. Non sapevo mai come comportarmi quando gli adulti piangevano. Mi era capitato solo due volte: avevo visto piangere i miei nonni quando era morta la zia, in ospedale, e avevo visto piangere mia madre. I grandi non dovevano piangere, di questo ero certo. Non hanno una madre a confortarli" 
Mentre leggevo ricordavo il fascino che da adolescente avevano le "forze oscure". Mi sono venuti in mente molte conversazioni con amici sulla vita, la religione, la morte, la spiritualità. Questo sarebbe uno di quei libri da leggere quando s'inizia ad avvicinarsi alle domande fondamentali nella adolescenza. Al mistero nascosto dietro ogni cosa che ogni adolescente cerca, prima o poi.