venerdì 14 ottobre 2016

Tesori nascosti ovvero scritti che vengono alla luce

Sistemando carte ieri ho trovato un foglio con dei miei pensieri. Sono pensieri buttati giù durante la lettura di un libro che amo: "La Pedagogia della Lumaca". Sono pensieri sull'educazione e sulle cose che abbiamo perso. Quelle conoscenze che un tempo venivano tramandante in maniera naturale a casa e che oggi molti lasciano come compito alle maestre e i maestri. E viceversa. 
Quella fiducia che c'era... e che man mano si sta perdendo. Il rispetto. 
Ancora oggi, a distanza di 2 anni, questi pensieri mi rispecchiano. Anche più di prima. 



Comincia così:

COMUNITÀ' SCOLASTICA.
Si, lo so che mi ripeto, ma ci credo fortemente. Maestre e genitori insieme per il bene comune. Là dove non arriva la scuola subentra la famiglia e viceversa. Leggere, fare dei lavoretti. Le maestre ci chiedono spesso di far fare delle attività ai nostri bambini er migliorare la motricità fine, per esempio. Perché non programmare queste attività INSIEME alle maestre e secondo il loro (IL NOSTRO!!!) programma?

  • Autunno
  • Natale
  • Inglese
  • Storia
  • Italiano...
  • Attività a casa! 
CASA dovrebbe essere considerata una materia in più e noi genitori i maestri. 

Per poterlo fare dovremo comunicare più spesso e meglio. Oggi ci sono i mezzi per farlo. 

VIA la paura del prof. o del genitore "che rompe". Via! Collaborare. Insieme si può. Ognuno con le proprie capacità. Tra i 22 / 26 bambini di una classe ci saranno genitori appassionati di storia, che sappiano coltivare un orto, fare un laboratorio di cucina, leggere a voce alta, sperimentare con la scienza, passeggiare in natura con una guida, parlare in lingua madre, insegnare la propria cultura... mettiamo insieme le nostre risorse per far crescere LA CLASSE INSIEME. 

Perché insieme si può tutto! 

Che si possa ancora credere in una scuola così? 




martedì 11 ottobre 2016

La bambina dimenticata del tempo

La bambina dimenticata dal tempo
Siobhan Down


"Io non credo in nessun Piccolo Popolo, Rur. E' roba da bambini. Io credo nel'adesso. E' l'unica cosa che abbiamo. Qui e ora. Oggi" 



Questo è il mio terzo libro di Siobhan Down. Non delude mai. Chi sa con quali meraviglie sarebbe riuscita a sorprenderci ancora se la vita l'avesse lasciata continuare a percorrere fogli bianchi e a riempirli! 

Ho scoperto Siobhan grazie a un incontro di Leggere insieme ancora a tema notte. Maria ha portato "Sette minuti dopo la mezzanotte". Un libro nato da una sua idea e lasciato incompiuto. Ma era una storia così importante che non poteva non essere scritta. Di questo libro non sono ancora riuscita a parlare. Il post è la, in attesa, ma tocca così tante corde che ancora non ci riesco. Aspetto al rilettura. Ma la scoperta mi ha portata a cercare di conoscere meglio questa scrittrice. E come si fa? Ovvio! Leggendo i suoi libri. 

Dopo "Sette minuti..." è toccato a "Il mistero del London Eye" che, seppur con delle caratteristiche completamente diverse dal primo, condivide il "fiato sospeso" e la voglia di continuare a leggere. Per entrambi troviamo dei protagonisti tutti da scoprire! Maschi, ragazzi di oggi, con i problemi di oggi. 

Fiato sospeso e protagonista sono di nuovo il punto in comune con questo suo libro. Un protagonista maschile e adolescente con i propri problemi. Affascinante. Reale. Tenero. Duro. VERO. Un fiato sospeso con due storie che si intrecciano e che non ti permettono di lasciare il libro sul comodino. 

Siamo in Irlanda, nell'estate del 1981. In quei giorni alcuni detenuti dell'IRA cominciarono la loro lotta per ottenere lo status speciale di "prigionieri politici" con uno sciopero della fame. 10 di loro digiunarono fino alla morte. Un pezzo di storia della quale ormai non si parla (almeno qui in Italia) racchiusa in questo libro. Perché leggere ti apre la mente e ti ricorda la storia. Perché chi legge non dimentica. Il nostro protagonista, Fergus, vive tutto questo in maniera molto partecipativa. Suo fratello maggiore, infatti, è rinchiuso nel carcere dov'è cominciato lo sciopero. I suoi vicini di casa sono i parenti dei ragazzi che sono in carcere con suo fratello. Fergus è quindi costretto ad avere una opinione sulla giustizia e sul senso del dovere. 

Ma in questo libro non ci troviamo soltanto nel 1981. Il destino vuole che Fergus, durante una uscita in montagna con suo zio, trovi un corpo sepolto. Il corpo di una bambina. Una mano. Un bracciatelo. Una corda. Una bambina dimenticata dal tempo che riposa in quella montagna da 2000 anni. Attraverso dei sogni Fergus riuscirà a sentire la voce di Mel e a ricostruire la sua storia. 

Storie di odio, vendetta, lotta tra fratelli. Popoli che vivono insieme ma non riescono a CONvivere. 

"il suo corpo si scosse come se avesse detto una battuta irresistibile. Anche lei stava ridendo e un attimo dopo si stavano baciando per davvero. Le mise una mano dietro la schiena e con l'altra le scompigliò i corti capelli. Roscillin e i suoi problemi, la vernice scrostata e i graffiti e i cadavere al mattatoio volarono via come scintille. C'erano soltanto lui e Cora, uniti per i fianchi come gemelli siamesi, e lingue di fuoco che scendevano su di loro e il calore metallico del portellone. Il sole strombazzò, incitandoli, e perché l'intero mondo non faceva la stessa cose, sempre, perché?"

E ovviamente, nel frattempo, ce la vita che scorre. La vita di un ragazzo che deve affrontare gli esami finali, che sogna di fare il dottore, che sta per prendere la patente e che scopre l'amore. C'è anche la Famiglia. Si con la F maiuscola. Ce ne sono più di una a dire il vero. 

E non continuo perché rischio di spoilerare troppo! Non a caso questo libro ha vinto la ha vinto la Carnegie Medal 2009 come miglior libro dell'anno per ragazzi o giovani adulti pubblicato nel Regno Unito, concesso per la prima volta a titolo postumo. Per non parlare del glossario finale e della nota storica dell'autrice, molto gradito per chi, come me, vuole sempre approfondire. 




Per sapere di più: 
- Il sito della fondazione di Sibhan Down: http://www.siobhandowdtrust.com/
- Un articolo su Sibhan Down di Caterina Ramonda per "Il fatto quotidiano"
- La recensione di Libri e marmellata