Un luogo magico delle mie città dovrei dire io. Si, perché io ho 2 città del cuore. La mia casa di oggi, Villafranca di Verona e la mia casa di ieri… Oviedo, capitale dell’Asturie, un piccolo paradiso nel nord della Spagna.
E quindi oggi vi presento 1 dei posti magici. Il primo è “Il Baracchin” di Villafranca. Il secondo il Teatro Campoamor che fu per me una seconda casa per molto tempo (work in progress).
VILLAFRANCA DI VERONA: per una spagnola che arriva in Italia e viene a Verona a lavorare è strano pensare oggi di essere finita a vivere a Villafranca di Verona. Questa città, piccolina ma sempre “città di Villafranca” è, mi ha colpita già dal primo sguardo. La prima volta sono arrivata di sera, con il Castello Scaligero illuminato a festa. Ho pensato… ma possibile che in Italia ci siamo così tanti castelli ben conservati e che in ogni paesino (si, ahimè, la pensavo paesino all’inizio) ci sia una chiesa così grande? E chi lo avrebbe mai detto che in quella chiesa davanti alla quale mi sono fermata, in quel Duomo, da lì a 2 anni avrei sposato l’uomo della mia vita?
Villafranca è un posto bellissimo pieno di negozi di scarpe! hehehe Io toglierei le macchine, farei pedonale tutto il centro, perché è davvero bello camminare a “Villa” quando le strade sono chiuse al traffico. Per un momento di serenità si può andare lungo il Tione…. e volendo arrivare a Mantova!
Ma il mio posto magico (oltre alla nuova libreria “Terza Pagina” e qui mi conosce un po' sa che per me ogni libreria è magica) è “Il Baracchin”. Un piccolo bar situato accanto al Castello dove fanno le migliore granite e i migliori gelati del mondo! (una mia personalissima opinione, ovviamente) Ma non è per il gelato o le granite che questo posto porta da me la magia... ma perché al “Baracchin” ritrovo sempre mio suocero, un grande uomo che non ho avuto la fortuna di conoscere ma che mio marito ricorda ogni volta che ci sediamo qui con i nostri figli. Allora ci racconta di quando suo papà lo portava a bere la granita perché a lui il gelato non piaceva. E vengono fuori ricordi del nonno Antonio, di quando lo teneva sulle ginocchia a guardare la tivù, oppure gli insegnava a spellare i conigli (raccapricciante e bello allo stesso tempo). Papà racconta del suo papà. E’ un baracchino come quelli di un tempo. Che se volessero chiuderlo ci sarebbe una rivoluzione, ne sono certa. Non siamo gli unici ad avere ricordi famigliari di questo posto.
Per tutte queste cose Il Baracchino è un posto magico, perché riesce ad unire 3 generazioni di Espelli in un modo che nessun altro posto al mondo può fare. Perché i miei figli sono la quarta generazione Espelli…. Al bisnonno Serafino venne dato questo cognome alla età di 18 anni. Era un “figlio di nessuno”, combattente in 3 diverse guerre e che tornò a casa senza un occhio e con una rosa tatuata in una mano. Suo figlio Antonio fu la seconda generazione, vissuto nel dopo guerra ed invalido civile perché da bambino giocava con le bombe che trovava nei campi e una l'esplose in mano. Tutti questi sono "racconti del baracchino". Il bisnonno non vide l’arrivo della terza generazione, di mio marito e sua sorella. Come purtroppo il nonno non riuscì a conoscere i 6 nipotini (3 e 3). Con la nascita di mia figlia Lucia portai a termine il compito di far proseguire il cognome Espelli…. ora toccherà ad Andrea!
Spero che potranno raccontare ai loro figli la storia del bisnonno Serafino, del nonno Antonio e del papà Adriano seduti con una granita anche loro al Baracchin.
Con questo post partecipo al Blogstorming del gruppo facebook Blogger in Veneto dal tema Un luogo Magico della mia città.
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