Prendo spunto dal titolo del libro di Giovanna Zoboli per aprire una finestra che mi porti un po' lontana in questi giorni di chiusura. Dalla mia finestra vedo sempre le stesso cose. E ho bisogno di vedere lontano, un po' come quando sento la necessità di andare al lago (o al mare) per perdermi nell'orizzonte.
La Nike o Vittoria di Samotracia è una delle sculture più belle al mondo. Mia mamma la nominava speso. Insieme alla Venere di Milo. Ha un fascino difficile da spiegare. Ma così potente che, nel viaggio di studi di 3a superiore, arrivando al Louvre, ero già emozionata. E, giuro, prima di girare l'angolo e trovarmela davanti avevo già le lacrime agli occhi. Sentivo forte, fortissima la sua presenza.
Non so come spiegarlo ma è una sensazione che ricordo ancora oggi. La magnificenza di questa scultura enorme, messa sopra la scalinata che pare stia per prendere il volo da un momento all'altro.
Devo portare i miei figli a vederla. Devo tornare a vederla io.