mercoledì 4 gennaio 2017

Ladre di regali - Aidan Chambers

Ladre di regali
Aidan Chambers
Giunti


"- "Sta zitta cretina!" - ringhiò Vicky, tirandole i capelli.

Lucy cacciò un urlo. Suo malgrado, gli occhi le si riempirono di lacrime.
Sembrava che fossero lì ad aspettarla, pronte a scorrere. La cosa la faceva arrabbiare quanto l'offesa che le aveva provocate."



Davanti al cancello della scuola Melanie Prosser e le sue due amiche aspettano Lucy. Oggi Lucy compie 12 anni.
E' uscita di casa con le scarpe nuove, quelle che desiderava tanto. Nonostante Angus abbia cercato di avvertila lei si sente tranquilla. Non può succedere a lei. E invece, Melanie porta Lucy in un posto appartato sul retro del cortile, dove nessuno può vederle, per rubare il regalo di compleanno. 

Inizia così questo libro di Aidan Chambers, scritto nel 1983. Parla di bullismo femminile. E lo fa a 360°. In questo romanzo scopriamo la storia di Lucy e di altri ragazzi che come lei hanno sofferto il bullismo. Leggiamo anche la storia delle bulle. Leggiamo della vita a casa, con le loro famiglie; e della vita a scuola, con i loro inconsapevoli insegnanti. 

Durante la lettura ho odiato molto Melanie. Ma non solo. Mi sono sentita vicina a Lucy e ho molto pensato ai miei anni di scuola. Forse perché le bulle sono ragazze, forse perché Lucy è una ragazza come tante altre. Ho pensato ai miei genitori. A quello che raccontavo e quello che NON raccontavo. Ecco, questo libro è così reale da fare male. Mi sono sentita parte del gruppo che non fiata quando un altro viene insultato. Mi sono venuti in mente episodi a scuola che credevo dimenticati. E non mi sono piaciuta nei miei ricordi. 

"Lucy era corsa a casa con l'intenzione di raccontare a sua madre quello che era successo. Di solito le parlava di tutto. Sarah era quel genere di madre, a differenza di altre, e Lucy lo sapeva. (...) Ma oggi, per la prima volta aveva sentito di non volerle parlare di una cosa importante. Non solo non voleva, ma non poteva. Era come se quello che era successo fosse troppo privato, perfino per raccontarlo a sua madre." 

Lucy: la conosciamo il giorno del suo compleanno. Non sappiamo molto di lei. L'autore non ci parla delle sue amiche se non nominandole di sfuggita. Quindi per me è diventata una bambina solitaria che va bene a scuola ma non eccelle. Tranquilla, felice. Ancora bambina nonostante sia più vicina all'età dell'adolescenza. (se devo dirla tutta assomiglia molto a me alla sua età!). Da questa brutta esperienza uscirà più forte e consapevole. 

Melanie Prosser: la bulla. Una ragazzina brava in matematica, ottima attrice che fa vedere ai prof una Melanie e diventa un altra davanti alle ragazze più deboli. Esce con ragazzi più grandi. Durante la lettura scopriremo qualche scorcio della sua famiglia, della sua casa e della sua solitudine che sono, alla fine, il motivo del suo essere bulla. Viene chiamata "stronzetta" da sua madre. Ed è questo l'appellativo che usa lei nei confronti di Lucy. 

Il gruppo: i ragazzi di scuola. Un altro personaggio per me importantissimo. Che guardano i bulli umiliare i più deboli e non fanno niente. Che "tanto a me non succede" oppure "io ci sono già passata". Finché il gruppo viene chiamato in causa scoprendo che l'unione fa la forza. Questo l'insegnamento più grande anche per noi. Su questo cercherei di lavorare con i ragazzi, se ne avessi la possibilità. 

" -"Si stanno proprio divertendo là fuori" disse il Preside al professor Jenkins, mentre asciava uscire Angus dal suo ufficio. "Ma adesso è meglio che li chiami dentro."

Gli insegnanti: non si rendono conto di niente e nemmeno cercano di approfondire. Peccato non ci sia a fine libro la reazione del collegio docenti a quanto i ragazzi raccontano, finalmente. Mi sarebbe piaciuto leggerlo sopratutto per il fatto che Aidan Chambers era un insegnante e quindi sicuramente avrebbe lasciato un po della sua esperienza di maestro. Si tratta di un libro del 1983, quando il bullismo esisteva ma non era in bocca di tutti. Oggi, nell'era digitale, è più facile parlarne e, consapevoli dei casi tremendi che possono vedersi anche online gli insegnanti sono senz'altro più coinvolti e presenti da come vengono descritti in questo libro. Almeno mi auguro che così sia. 

" Jack sorrise. "Una lezione che la mamma ha dovuto imparare suo malgrado""Che voi due non siete di grande aiuto?""Esatto. Non ora, comunque. Se c'è una soluzione...""Devo trovarla da sola""Temo di si"(...)"E questa è una lezione che devo imparare io""E cioè?""Che ci sono periodi nella vita in cui i genitori non possono sempre aiutare i loro figli." 

I genitori di Lucy (e Angus): descritti come bravi genitori che seguono la crescita dei loro figli passo a passo. Presenti, anche se questo significa, a volte, fare tardi al lavoro. Pazienti. Genitori che sanno ascoltare e a cui racconteresti tutto. E invece i ragazzi scelgono i silenzio. Non parlano con loro di questi episodi di bullismo. E, anche se i genitori sentono che c'è qualcosa che non va, un cambiamento nel comportamento dei loro ragazzi, aspettano. Per poi scoprire e sbagliare. Perché a volte, anche se sai, non puoi fare niente. 

E qui mi devo fermare ovviamente. Perché sono genitore anch'io. E vorrei imparare qualcosa da questo romanzo. E vorrei capire dove si sbaglia. Perché se è vero che fare qualcosa a volte non serve e anche vero che oggi, così come sta il mondo e la scuola, dovremo preparare i nostri ragazzi PRIMA che l'episodio di bullismo succeda. Dovremo parlare con loro sempre prima. Non in quarta elementare. Ma prima! Perché succede sempre prima. E quindi vi lascio qui, ma vorrei davvero parlare di come si possa parlare, di cosa si possa fare, di come educare per non vedere episodi di bullismo ancora.