Oggi la mia cara Federica Mammamogliedonna ha scritto questo bellissimo post / riflessione, sui libri come medicina. Sono stata chiamata in causa e, siccome il discorso è un po’ lungo, ho deciso di scrivere anch’io la mia…. che coincide e molto con la sua! Il titolo del mio post e VOLUTAMENTE uguale al suo! Lei è la mia maestra… mi ha insegnato moltissimo sui libri per bambini, ma non sono del tutto d’accordo con lei. O forse si e parliamo della stessa cosa, non lo so!
Al suo post io ho risposto così: “Cara Federica: premetto che io odio le medicine, di qualsiasi genere. Mi tengo il mal di testa piuttosto che prendere una medicina! Ma io forse i tuoi esempi gli chiamerei libro-psicologo, cioè quello che ti ascolta ma non ti da la soluzione, ti aiuta a capirla da solo. Purtroppo però, molte mamme cercano nel libro la soluzione già pronta. Leggere "che rabbia" non significa che il bambino imparerà a gestire la rabbia da solo, ma da degli spunti per cominciare ad approfondire il tema, come fai tu con i tuoi libri. Se poi, i genitori, non fanno il percorso completo ma si fermano al libro, allora non va bene. Sono certa che senza tutti i tuoi sforzi per far si che i bimbi mangiassero le verdure, con solo i libri, le verdure sarebbero ancora nei piatti! Riflessione troppo lunga per scrivere qui.... forse scrivo un post anch'io! )
E lei: “Ana ma perché pensate che le mamme pensino di trovare nel libro la soluzione e non che per loro sia un punto di partenza per aprire un dialogo. Chi vi fa avere questa percezione? Non lo capisco. Io credo che tutte le mamme lo usino come base di partenza per poi lavorare insieme sul tema. Se non fosse così, probabilmente neanche cercherebbero il libro! No?”
Beh… si e no!
Quando rifletto sul libro medicina penso ai libri di "autoaiuto" che in italiano non so come si chiamano ma in Spagna erano molto di modo nei 90. In tanti li leggevano pensando che fosse l'unica soluzione possibile... e non leggevano altro!
Non sono contro il libro-medicina ma sono contro la esclusività del libro come via per risolvere qualcosa. E soprattutto ho paura che negli scaffali in cameretta ci siano solo libri che possano servire a uno scopo (che sia dormire, togliere il pannolino, mangiare) e comincino a mancare le storie da leggere per il piacere di farlo! E che dunque i bambini non trovino davvero il piacere della lettura. Ho paura che i genitori legano un libro pensando di trovare la soluzione a un problema e non vedano che la soluzione per far dormire, per usare il vasino, per far capire le emozioni…. che tutte queste cose loro stessi possono spiegarle ai bambini, con o senza libro.
In rete, purtroppo, ultimamente le richieste in questo senso sono tante e sono meno le chiacchere sul piacere di leggere... E questo mi porta ad avere la percezione che il piacere di leggere si stia perdendo in un certo modo. Forse non sono così fiduciosa come Federica nel essere umano….
Nel suo post Federica scrive di avvicinare i bambini ai libri scegliendo libri tematici volti ad aiutarli e parla di 4 benefici che davvero ci sono nei "libri medicina".
Sono d’accordo al 100% a patto che il bambino sia già stato avvicinato ai libri e sia già un amante della lettura. Penso che iniziare un percorso di avvicinamento alla lettura proprio con i così detti libri medicina possa essere controproducente e allontani il bambino dai libri, mentre se è già a suo agio con un libro in mano allora… meglio un libro e una bella conversazione con mamma e papà!
E poi, se ci pensi, in tutti i libri belli, con storie belle, si può trovare l’aiuto per risolvere un conflitto, un problema, affrontare un nuovo percorso di vita, ecc. Dunque, riflettendo a voce alta (a scrittura sul computer… hahahaha) tutti i libri possono essere libri medicina; anzi no… libri psicologo!:
- Lupo e lupetto – per l’arrivo di un fratellino oppure perché la storia è bella e basta
- Mai troppo piccolo per amare – per la diversità oppure perché la storia è bella e basta!
- Uova verde – per magiare le verdure oppure perché la storia è bella e basta!
- Il leone e l’uccello – per l’importanza del saper dare, per la amicizia, oppure perché la storia è bella e basta!
- Arcobaleno il pesciolino – imparare a condividere oppure perché la storia è bella e basta
E poi ci sono quelli che, a grande sorpresa, aiutano più noi di loro!
- Che rabbia (alzi la mano chi non ha fatto la scatola della rabbia!)
- Urlo di mamma (ne ho parlato qui)
- La grande fabbrica della parole…
- La prima volta che sono nata
Dunque, non sarebbe più bello leggere un libro e scoprire poi come questo ci ha aiutato a confrontarci con i nostri bambini su un tema (come facevano le favole di un tempo) piuttosto che andare alla ricerca di un libro specifico per il problema che dobbiamo risolvere oggi?