lunedì 6 gennaio 2020

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
di Eric-Emmanuel Schmitt
Traduzione di Alberto Bracci Testasecca
Edizioni E/O

Dal retro di copertina: "Nel breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino dove i nomi delle vie hanno il sapore delle favole (rue Bleue, rue de Paradis), l'adolescente Momo vive con un padre sprofondato in una silenziosa e fosca depressione. Nello stesso quartiere vive anche monsieur Ibrahim, l'unico arabo in una via "ebrea", titolare della drogheria dove Momo si reca a fare la spesa quotidiana e non esita ogni tanto a sgraffignare qualche scatoletta di conserva... "È solo un arabo, dopo tutto!" pensa Momo, e, con suo grande stupore, il vecchio Ibrahim sembra leggergli nel pensiero: "Non sono arabo, vengo dalla Mezzaluna d'Oro". Così comincia la storia d'amicizia, intessuta di ironia, candore e profonda saggezza, del ragazzo ebreo e dell'anziano "arabo" nell'incanto di un angolo di mondo nel quale le puttane sono belle e cordiali e si accontentano di un orsetto di peluche in cambio dei loro favori e dove, come portata da un sogno, compare addirittura Brigitte Bardot. Come in una favola o un apologo che non pretende di dare lezioni morali ma soltanto proporre un sogno da decifrare, i due protagonisti si incamminano verso il grande mondo, acquistano un'auto che nessuno dei due sa guidare e si dirigono verso Oriente, oltre Istanbul, verso una libertà che li fa inerpicare verso l'alto, guidati da quell'arte di sorridere alla vita racchiusa nei preziosi fiori del Corano."





Ho scoperto questo autore grazie a Marco e al suo consiglio di leggere "Oscar e la dama rosa".

Il libro mi era piaciuto così tanto che dovevo leggere altro dello stesso autore. Non avevo dubbi. Mi sarebbe piaciuto.

Questo breve racconto ci porta nella Parigi ebraica dove esiste un solo arabo che possiede una drogheria. Momo è stato abbandonato alla nascita dalla madre. Suo padre, avvocato, soffre di depressione. Lui, sempre arrabbiato, è un adolescente che deve fare tutto da solo. Cucina per lui e suo padre, va a scuola, sopravvive. Viene accusato dal padre di rubare soldi e così decide di rubare per davvero. Prendi i soldi al padre e delle scatolette nel negozio del arabo, Ibrahim. Piano piano nasce una amicizia che diventerà la salvezza di questo ragazzo.

"Grazie all'intervento di Monsieur Ibrahim nel mondo degli adulti si era aperta una crepa. Non era più lo stesso muro uniforme contro cui andavo sempre a sbattere: attraverso una fessura, una mano si tendeva verso di me".

Andrebbe benissimo anche negli scaffali per i young adults. E' stata una bella sorpresa. In poche pagine trovi il mondo. La religione, il razzismo, la solitudine e l'abbandono, il riscatto, un viaggio, la crescita, un ragazzo che diventa uomo, la verginità e il sesso, l'amicizia e l'amore.

Il tutto condito con un senso dell'umorismo che spiazza. Anche qui, come con Oscar, risate e lacrime. Perché appunto la vita ci porta sempre entrambi.