di Marco Marsullo
Einaudi - Stile libero big
Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Così quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo figlio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fingersi d'improvviso morti e primi batticuori. In più, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall'Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre «ragazzi» abbandonati imparano ad appoggiarsi l'uno all'altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.
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Ho vissuto un anno di vita in un weekend insieme ai protagonisti di questa bellissima storia di amore che ti fa ridere, piangere e riflettere. Diventare genitore, piano piano. Imparare a volere bene un bambino che non è ne sarà mai tuo. Prendersi cura di qualcuno e scoprirsi innamorato.
"Perché un errore comune di chi ha la fortuna di diventare genitore è proprio non considerare le attitudini della persona che si è avuta in dono come figlio. Non considerarne i possibili difetti, le criticità, le normalissime storture."
Frasi come questa che ti fanno subito pensare al tuo modo di essere genitore. Questo libro è una fotografia della società di oggi, un analisi bellissimo dell'essere bambino, un adulto che cerca di capire il mondo visto da occhi piccoli. Anzi, 2 adulti, così diversi ma in fondo così simili.
Nel libro una critica, nemmeno tanto nascosta, ai genitori di oggi: a quelli che nascondono il fallimento della loro relazione in pubblico e continuano una vita fatta di bugie senza rendersi conto del male che fanno ai loro figli; a quelli che hanno già previsto per filo e per segno la vita dei loro figli senza mai chiedersi se in quel modo saranno felici e se è quella la vita che vorranno; ai padri assenti; alle madri egoiste.
Bene.... che dire, mi è piaciuto molto e mi ha fatto ridere, sorridere, pensare e.... insomma si, anche qualche lacrima l'ho versata.