A Negrar ho partecipato a questa stupenda conferenza della professoressa Blezza di cui oggi vi racconto la prima parte.
Un momento bellissimo, con blocco per appunti e penna alla mano! Sono tornata studentessa per un giorno e mi è venuta voglia davvero di continuare a studiare! Allenare la mente non solo leggendo ma anche studiando! Bellissimo…. non credete?
Vi racconto dunque quanto spiegato dalla professoressa. “Letteratura e bisogni: perché è importante leggere?”
E’ un dato di fatto che leggere autonomamente oppure attraverso l’ascolto, è importante, non solo a livello pedagogico ma anche psicologico, sociologico…. LEGGERE è interdisciplinare e quindi bisogna anche curare COSA si legge.
Il primo spunto che ci ha offerto la professoressa, il primo consiglio, è di andare oltre le idee e i luoghi comuni che, parlando delle letteratura dai 0 ai 18 anni sono che la letteratura serve a
- Insegnare i valori, modi di pensare corretti, stili di vita giusti (quello che tra di noi abbiamo definito i “libri medicina”)
- Educare alle emozioni e ai sentimenti.
- Trasmettere una morale da discutere in modo esplicito.
- Affrontare problemi interpersonali e socio-culturali (bullismo, guerra, razzismo)
- Come supporto per approfondire alcune discipline
- Migliorare il modo di parlare, scrivere e arricchire il linguaggio. (ma questo, è chiaro, dipende dai libri, da come si legge, dalla metodologia e quindi è importantissimo scegliere i libri di qualità)
- Far conoscere i grandi classici per dare una educazione letteraria
Di conseguenza cosa succede?
- Scelta del libro in base ad argomento / contenuto a prescindere della qualità della scrittura e delle immagini, senza tener conto che non c’è più un argomento unico negli albi ne nei romanzi.
- Scelta di libri in base al contenuto per agganciarli al programma scolastico o per trattare una tematica o valore importante; come per esempio la scelta di Piccolo Principe per parlare di amicizia e solo di quella!
- Scelta di fiabe o classici in qualsiasi versione, non tenendo conto degli originali, non studiando le versioni in commercio, dove si trovano adattazioni di scarsissima qualità.
- Imposizione di letture volute dagli adulti, che non tengono conto della qualità.
- Proposte anzitempo di alcuni classici o fiabe per trarre la lezione o la morale. “Le fiabe sono per adulti, non leggere le adattazioni ai bambini, piuttosto aspettare l’età giusta per leggerle”
- Percorsi obbligati di alfabetizzazione emozionale che a volte alienano i bambini. “Dal punto di vista psicopedagogico è una violenza sui bambini”. (approfondirò questo argomento che è molto interessante a mio avviso)
- Esecuzione di schede di analisi che impediscono l’interpretazione letteraria. Non bisognerebbe fare schede fisse (chi è il protagonista? chi è l’antagonista? ecc) ma domande appositamente studiate per ogni libro. E bisognerebbe insegnare ad analizzare i testi NON con i classici.
- Si evidenziano solo alcuni contenuti, valori e concetti ritenuti utili come funzione educativa, formativa, linguistica e letteraria ma non si aprono discussioni o conversazioni!
- Si fanno “domande verifica” per controllare l’apprendimento “che cosa ci insegna questa fiaba”. Ma le fiabe non vogliono insegnare niente…. raccontano LA VITA.
Da tutto questo ne consegue:
- Un uso strumentale della letteratura in funzione di apprendimenti specifici.
- Non si assapora il piacere della lettura integrale di una opera letteraria, un piacere non solo emotivo ma anche cognitivo perché leggere attiva tanto i sentimenti quanto i pensieri.
Bisogna quindi andare oltre gli SLOGAN
“Leggere è il cibo della mente”
“Leggere ci fa crescere”
“Più leggi, più sai leggere la realtà”
Ma quale cibo vogliamo dare alla mente, di qualità o fast-food? Crescere? ma come? tutto dipende dalla qualità del libro. Ma la realtà che impariamo a leggere dipende sempre dal libro e quindi…
Non è importante il leggere in sé bensì CHE COSA e COME si legge
Continuerà!
Visitate il sito della professoressa: www.raccontareancora.org