mercoledì 23 marzo 2016

Non atomi ma attimi

Lo so, non dovrei scrivere questo post. Ma le mani vanno da sole. 25 giorni fa ero al capezzale di mia mamma, pregando perché se ne andasse tranquilla e senza soffrire. Invece si è ripresa e io sono tornata dai miei figli con la sofferenza di lasciarla la. Ieri abbiamo salutato per l'ultima volta Lorenz. Se n'è andato "il Lorenz". A soli 38 anni. 

E io non capisco. Non riesco a capire perché. Perché lui che aveva ancora vita da vivere e gioie da sentire, viaggi da fare, foto da scattare, amici da ascoltare. VITA. Perché lui? Perché non mia mamma? Che è rinchiusa, non riesce a mangiare da sola, non si alza, non cammina, non può godere dei suoi nipoti ne della mia compagnia. Perché lei è ancora qui? A fare cosa?

Ecco, non voglio sembrare crudele. Amo mia mamma tantissimo e anche se mi credevo pronta a salutarla non lo ero davvero. E in fondo sono sollevata di sapere che è ancora qui e che posso sentire la sua voce. 

Ma non riesco a capacitarmi che la morte si porti via una persona come Lorenzo e non lei. Adri dice che non c'è niente da capire, lui se n'è andato. Niente altro. Ma ecco, sotto quel telo nella foto del giornale c'è un ragazzo di 38 anni. E non è giusto. 



E sono arrabbiata con il mondo e con la vita a volte così ingiusta. E sono triste. Non riesco ancora a crederci. Sorrisi così non dovrebbero spegnersi. 

Ieri, in chiesa, ho capito un altra cosa. Che non siamo fatti di atomi, come ci dice la scienza. Non credo ci sia niente dopo, comunque. Ma ora so. Credo. Credo che siamo fatti di attimi. Di attivi da passare con le persone che amiamo. Per poco o per molto tempo. Attimi. Momenti di vita da sfruttare. Attimi. L'attimo in cui Lucia esce di casa sorridendo per andare a scuola. L'attimo che torna con un sorriso ancora più grande. L'attimo in cui le lacrime di Angela si fermano perché è in braccio a "mammina". L'attimo in cui Andrea viene su di notte dicendo che la sua testa non capisce che non deve venire al nostro letto, che i suoi piedi fanno da soli. L'attimo in cui, con un solo sguardo, capisco che Adriano sta pensando la stessa cosa che penso io. L'attimo in cui do un bacio a mia mamma prima di dover andare. L'attimo un cui vedo Lorenz, in pace, con un volto sereno, e mi sembra così bello. Attimi. La vita è fatta di attimi. Belli e brutti. Da vivere tutti. Da far diventare ricordi belli. 

Amore. Ieri il prete ha parlato di amore. Viviamo per amare ed essere amati. Senza amore non c'è vita. 

Attimi di amore. Questa è... alla fine... la vita.  

E se penso a quei attimi con te, Lorenz, io sorrido. 

LIA Villafranca: accendiamo le stelle

Villafranca, lunedì 14 marzo, ore 20.00. Come sempre eccoci arrivate al Centro Anch'io, luogo che da sempre ci ospita. Questa sera siamo in 7. Alcune al secondo incontro, altre al terzo. Ma la storia, da ora, cambia. Tutte sono andate alla ricerca di libri sulla NOTTE, il tema del mese di Leggere insieme ancora. E i libri portati sono davvero tanti! Felici noi!

                                        

domenica 13 marzo 2016

Ciao Lorenz

Non so bene come iniziare a scrivere oggi. Giornata nera. Una domenica che inizia pigra. Una notizia. E la tristezza che ci invade. Non le voglio io le domeniche così. Non le voglio proprio. Al punto che stento ancora a crederci. E invece è vero. Come mi dice Adri, lui non c'è più, la sua vita è finita. La nostra deve continuare. Altre vite arrivano. 

Lorenz. Un grande cuore e un sorriso. E questa la prima cosa che mi viene in mente se ti penso. Un sorriso. Tu sorridevi sempre. Chi sa cosa ti portavi poi dentro, cosa c'era dietro a quel sorriso. Ma tu sorridevi.



Di tutti i "butei" non sono certo io quella che ti ha conosciuto meglio. Ma tu lasci il segno. Ricordo la prima volta che ti ho visto. Una cena organizzata da Adri per i single. Ricordo che alla fine siamo rimasti io e te a tavola, da soli. Ricordo la cattiveria delle colleghe il giorno dopo. E mi ricordo come se fossi oggi che non ho sopportato l'insulto di una di loro e me la sono pressa tantissimo. Penso che un po, in quel momento, Adriano ha capito chi ero, come ero dentro... mentre ti difendevo senza conoscerti. 

Ricordo poi le nozze. Questa foto. Adri che ti abbraccia forte (ubriaco perso) a fine serata. E le battute. Si sa, eravate compagni di stanza nei vostri viaggi. Ti ho rubato il compagno. 

Ricordo Zeltweg, il mio primo (e unico) airshow. Io con tutti voi. Come mi avete spiegato tutto. Mi avete supportata e "coccolata". 






Ricordo poi quando sei venuto a conoscere Lucia. Non eri a tuo agio, non era "il tuo posto". Ma sei venuto lo stesso. Perché tu eri buono. E giusto. E sincero. Silenzioso. Eri così. Mi ritengo fortunata per averti conosciuto. 

Buon viaggio Lorenz! Chi sa che foto ci scatterai ora! 


La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu. 
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, 
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: 
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Henry Scott Holland (1864- 1918)

domenica 6 marzo 2016

Viaggio per tornare a casa - 26 febbraio 2016

Oggi scrivo per terapia. Questo blog è nato proprio per quello, per fare da psicoterapeuta a una mamma un po' sola. Con il tempo sono cambiate molte cose e anche il blog ne ha molto risentito. I libri sono parte fondamentale del cambiamento, della mia vita e anche di questo blog. Ma ci sono cose di cui non posso parlare attraverso i libri. 

Il 2016 è un anno bisestile. In questa famiglia succede di tutto in anni con 29 giorni a febbraio. E il 2016 non poteva essere diverso. Ho iniziato l'anno con una perdita dolorosa, una discussione inutile che ha allontanato persone che un tempo consideravo amiche. Il gruppo Leggere insieme ancora ha molto sofferto e non si è ancora ripreso, anche se proviamo a ripartire in tutti i modi. Ma di questo parlerò a tempo debito. Non sono ancora pronta ma di certo non rimarrò sempre silente.