lunedì 29 settembre 2014

Mamma


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Bene, lo devo fare. prima o poi lo dovevo fare.


Questa è mia mamma, in treno mentre andavamo a Milano a visitare, finalmente, La Scala, il nostro sogno. Era mia mamma. O forse è… Non lo so, non lo so davvero! Perché la mamma della foto non esiste più. Lei è viva, ma malata e la sua malattia mi ha portato via la mia mamma.


Mia mamma era una donna intelligente, molto intelligente. E astuta! Aveva un grande senso dell’umorismo. Amava come nessuno sa fare. Consigliava al momento giusto senza perdersi in grande chiacchere. Era la mia migliore amica. E mi manca. Mi manca da morire. Tanto che fa male solo pensare a lei, pensare dove si trova, senza di me. Di me, che sono l’unica cosa che ha al mondo, l’unica persona con cui vorrebbe sempre stare. Prima di ammalarsi, mi fece promettere che io non l’avrei mai abbandonata in un ricovero. Ma io… alla fine… non ho potuto mantenere la mia promessa. E ci sto male, molto ma molto male.

Scrivo questo post perché le mie amiche del gruppo Leggere insieme ancora hanno deciso si parlare di nonni, come vi ho raccontato qui. E io, quando penso ai nonni, non penso ai miei nonni. Sarebbe troppo bello ricordare mia nonna, il suo profumo, il suo amore, il suo sorriso, i capelli viola! No… se penso ai nonni a me viene in mente la nonna assente dei miei figli. Lei, che doveva insegnare loro lo spagnolo, coccolarli, cucinare la paella la domenica e leggere loro le favole.

Invece la vita (che a volte fa proprio schifo) ha voluto portarmela via proprio quando più bisogno avevo. Quando aspettavo Lucia ho finalmente capito che quando prendeva le pillole per dormire, si perdeva tornando dalla spesa, non voleva fare altro che dormire… in realtà se ne stava andando. La sua testa se ne andava. Ho temuto che fosse Alzheimer e ho sofferto alla sola idea che lei potesse dimenticarmi. Invece è stato ancora peggio. Lei ha una malattia psichiatrica, è bipolare. Allo stadio attuale non è capace di badare a se stessa ma si rende conto di cosa ha intorno, se rende conto che io non ci sono, si rende conto di essere rinchiusa.

Lei lo sapeva e ha cercato di andarsene prima… ma non ci è riuscita. Lei lo sapeva, lo sapeva! E mi guardava. E guardava la mia pancia che cresceva… e ne era gelosa. Perché io avrei avuto qualcuno con me che avrei amato al di là di ogni cosa, al di là di lei. Ne era felice, certo! Ma il fatto che io stavo creando la mia famiglia, il che inevitabilmente portava alla sua solitudine, l’ha devastata. Al punto che ho dovuto farla tornare in Spagna per farsi aiutare. Al punto che, dopo un mese, i suoi fratelli sono stati costretti a prendere la decisione che io temevo: ricoverarla.

E ora e là! A novembre andrò a trovarla dopo 2 anni di assenza. E non vedo l’ora di abbracciarla. Eppure vorrei restarmene qui, per non soffrire. E vorrei anche portarla con me, ma come faccio? E vorrei…. e vorrei avere la mamma che avevo, sorridere e condividere con lei la gioia di ogni giorno. E chiederle di raccontarmi di se ancora, e ancora, e ancora! 

Mi manca…
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