sabato 13 giugno 2015

L'altra rivoluzione

QUANDO SAPRAI CHE SON MORTO

Quando saprai che sono morto
non pronunciare il mio nome
perché si fermerebbe
la morte e il riposo.
Quando saprai che sono morto di
sillabe strane.
Pronuncia fiore, ape,
lacrima, pane, tempesta.
Non lasciare che le tue labbra trovino le mie dieci lettere.
Ho sonno, ho amato, ho raggiunto il silenzio.

(Ernesto Che Guevara de la Serna)


Esiste un Guevara poeta, educato alla letteratura da una madre che gli ha insegnato il francese e gli ha fatto conoscere Rimbaud, Baudelaire e tanti altri. Lo ha nutrito di parole con amore. Non stupiamoci se ci ha lasciato versi bellissimi. L'asma non intacca la poesia. La crudeltà dell'uomo sull'uomo, la sua violenza, non è capace di futuro. Nei villaggi dove andava insegnava a vecchi e bambini, a donne ed adulti, a leggere e scrivere. Sapeva che l'emancipazione di un popolo parte proprio dalla cultura. La rivoluzione si compie con una penna, un quaderno e un libro.

(da un post di Facebook di Massimo, un libraio speciale che condivide sempre cose speciali)