Oggi sono 7 giorni che non allatto il mio piccolo angioletto. Se guardo ho ancora latte ma 7 giorni fa lei non ha più cercato di tirarmi giù la maglietta, per 48 ore…. ho pensato fosse il momento giusto. E anche se ieri notte la cercava, ormai credo sia arrivata la fine di questo bellissimo percorso che è stato l’allattamento.
Non voglio aprire una discussione sulla validità dell’allattamento al seno. ognuna ha le sue convinzione e non sta a me cercare di convincere o meno nessuno. Voglio solo prendermi un po di tempo per ricordare quanto abbia significato per me e per la mia crescita come mamma il fatto di aver deciso di allattare i miei bambini.
Mia mamma non mi ha mai allattato, lei ha fatto la prima epidurale del nostro paese, contro parere dei suoi fratelli medici, e, dopo il parto, ha subito chiesto la pillola per evitare la montata lattea. Ma era comune a fine anni 70. In quell'epoca si pensava che il latte artificiale poteva sostituire il latte materno senza se e senza ma. Oggi si pensa non solo ai nutrimenti del latte ma anche al affetto, all'unione che questo crea tra madre e figlio.
Dunque, con queste premesse, nel 2009 è nata la mia principessa, Lucia, chiamata anche ratonin (topino) per i 2 denti spuntati davanti per primi! Quando è nata io non sapevo NIENTE, ma proprio niente… Al nido in ospedale mi hanno dato il finocchio in siringa da darle se piangeva… nemmeno lontanamente mi era venuto in mente di avvicinarla al seno (premetto che non ho fatto corso preparto per mancanza di posti vicino a casa). Solo dopo 15 ore dal parto una delle ragazze del nido mi ha chiesto e mi ha aiutata ad “attaccarla”.
Ricordo che faceva male, ma un male tremendo. E tutti dicevano, “se si attacca bene non fa male”. Ma no, per carità….. povera piccina lei quando finalmente si attaccava, lo faceva benissimo ma, diciamolo, fa un male del demonio finché i capezzoli si abituano. Oltre al male c’era la difficoltà di TROVARSI. Nel senso che Lucia faticava a trovare la posizione giusta per lei e per me. E questo mi faceva disperare, perché io volevo davvero allattarla, non volevo mollare, al punto che mi facevo aiutare da mia suocera che indirizzava la testa di Luci per aiutarla a trovare il buonissimo liquido bianco di mamma. Potete immaginare per una neomamma alle prime armi senza la sua di mamma accanto…. avere la suocera che ti guarda fissa e ti aiuta. Per carità lei mi ha tanto aiutata ma, insomma, non era MIA MAMMA!
Anche la notte mio marito cercava di aiutarmi e di farmi coraggio. Lui ben poco poteva fare, povero. L’ho pagata così tante volte con lui. Ma, si sa, anche a questo serve un marito (anche se non dovrebbe ma per me lui è l’unico sfogo, l’unica persona che davvero mi ascolta e mi capisce). Alla fine, di latte ne avevo così tanto che dovevo tirarlo con il tiralatte. Questo fatto non voluto di avere il mio latte nel biberon, insieme alla fortuna che Lucia accettasse sia tetta che biberon indistintamente, ci ha servito molto in famiglia per 2 motivi:
- Nella poppata notturna si faceva a turni così un po’ riuscivamo a dormire tutti 2.
- Ha permesso al papi di dare da mangiare al suo cucciolo e di sentirsi utile anche lui. Questo pensiero meriterebbe un post tutto suo che magari un giorno scriverò ma, per adesso, dico che davvero a volte vogliamo dei papà che facciano tutto per poi dire “lascia faccio io” oppure “non fare così, fa come dico io”, e non diamo l’opportunità di fare a modo loro. Dare da mangiare a un neonato e palese che unisce, arricchisce… non solo noi donne ma anche loro!
Comunque una volta passato il male (tempo un mese, non esagero) l’ho allattata per i primi 3 mesi. Non ero pronta ad andare oltre, volevo tornare a lavorare e cos’'ì ho fatto quando ratonin (topino) aveva 4 mesi. a pensarci adesso mi sento malissimo, ma ne sentivo il bisogno profondo di staccare. Il 100% del mio tempo era dedicato a lei. Avevo bisogno di riprendere la mia vita, in quel momento.
Dopo 2 mesi però, sono rimasta di nuovo in cinta… Erano gemelli, uno non c’è l’ha fatta e io sono rimasta a casa per proteggere l’altro. E dunque sono tornata a coccolarmi il mio ratonin (topina). Periodo difficile ma bello. Difficile perché mio marito era stato licenziato ma bello perché eravamo tutti 2 a casa a goderci (depressione disoccupazione permettendo) la nostra famiglia. Siamo pure andati a trovare mia mamma in Spagna. Sono una persona molto positiva e credo che niente succede per caso e che il licenziamento, visto con la perspettiva che da il tempo, sia stato positivo (ma anche questa è un altra storia).
Dunque arriviamo al 2011, 19 marzo, Andrea, conosciuto anche come lumacchina per il suo modo lento di gattonare, nasce come regalo per il giorno del papà. E lui si, lui si attacca subito a prendere il latte! Con lui i dolori erano meno forti ma mi ci sono voluti 10 giorni per abituarmi. Con lui abbiamo continuato la nostra tecnica del bibi di latte materno, poi artificiale. E a lui l’ho allattato un po’ di più, fino al 6 mese quasi. Ma…. non allattavo ancora in pubblico, l’allattamento era qualcosa di personale che facevo solo a casa. Per uscire si prendeva il bibi. Non ero ancora pronta del tutto a farmi vedere in un momento di così tanta intimità con il mio bambino. Ho imparato con il tempo che fare le cose con naturalità, senza timore, non può fare male a nessuno. Pensavo che alla gente potesse dar fastidio vedere una donna che allatta. Oggi, per fortuna, me ne frego di quel che possa pensare la gente e così ho imparato che, anche se ci sono quelli che ti guardano male, altri, tanti, guardano con tenerezza e fanno persino i complimenti con lo sguardo nel vedere una mamma che accudisce il suo bambino con tanto amore. Perché alla fine allattare è AMORE.
Nel 2013 è arrivata Angela. Può non sembrare vero me lei mi ha insegnato così tanto! Ovvio, senza i suoi fratelli non sarei arrivata a capire quello che Angela cercava di dirmi. Lei si è attaccata subito dopo la nascita, con il cordone ombelicale che ancora ci teneva unite. Il male è durato solo 2 giorni. Uscita dal ospedale ero già in perfetta simbiosi con lei, mi svegliavo 5 minuti prima che lei piangesse, capivo subito a cosa era dovuto il suo pianto. E’ stato difficile, sono sempre 3, ma mio marito mi dice sempre: “al terzo dovevamo arrivare” perché con Angela lui ha dormito tutte le notti, Io nemmeno lo disturbavo per darmi sostegno. Ero li, ero con lei, non avevo bisogno d’altro. Angela, chiamata anche ragnetto per come tira su gambe e braccia prima di entrare in acqua, non ha mai voluto il ciuccio e nemmeno il bibi. Ed è così che mi ha insegnato che allattare diventa la cosa più meravigliosa del mondo, perché lei ha avuto me fino ad oggi, che ha 13 mesi, ed era lei a tirare giù la maglietta. Ed era bellissimo! E si, lo facevo anche in pubblico!
Non esiste niente di lontanamente paragonabile al fatto di dare il proprio latte a tuo figlio e vederlo crescere. Ed io, mentre lo facevo, potevo solo pensare a quante bei momenti, quante belle sensazioni, quanti sorrisi di fame appagata, quante carezze sulla testa mentre succhiano…. quante cose si è persa con me mia madre!
Oggi, che l’allattamento è finito, inizia una nuova tapa, spero ancor più bella….. Continuare a vedergli crescere e… continuare a vedere il mondo con i loro occhi, a capirlo con le loro parole.